Il concetto di filosofia by Theodor Wiesengrund Adorno

Il concetto di filosofia by Theodor Wiesengrund Adorno

autore:Theodor Wiesengrund Adorno [Adorno, Theodor Wiesengrund]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, History & Surveys, General
ISBN: 9788872854518
Google: WECUAAAACAAJ
editore: manifestolibri
pubblicato: 2005-08-14T22:00:00+00:00


LEZIONE DEL 24.1.1952

Le osservazioni gnoseologiche che abbiamo qui avviato per la comprensione della filosofia valgono solo per quelle forme di conoscenza nelle quali ciò che conta è la spontanea riesecuzione mentale. Filosofare non significa liberare dal suo involucro qualcosa di statico. È peculiare della filosofia il fatto che si comprende soltanto se, in un certo senso, si produce spontaneamente qualcosa da se stessi. Non c’è affatto posto per un comprendere meramente ricettivo. In ciò la filosofia è molto simile alla matematica. Tali riflessioni valgono più per la comprensione filosofica e meno per quella filologica, sebbene i due strati non si lasciano staccare l’uno dall’altro. Filologia è il mettere una lanterna sul testo. La storia della filosofia non è storia di qualcosa che è «accaduto», bensì storia di un movimento. Nella sua forma più progredita la filologia ha cessato di essere una mera ricerca di ciò che aveva in mente qualcuno in un dato passo.

Vorremmo fissare questo punto: la vera condizione per comprendere un testo di un’epoca passata non sta nel portarlo vicino a sé, ma nel distanziarlo. Si possono in generale ancora comprendere, ad esempio, le tre grandi filosofie della sostanza, soltanto tenendo presente la struttura del tutto diversa della problematica che sta alla loro base, e che oggi, in quella forma, non è più possibile. Nel suo complesso, quella interrogazione dipende dal fatto che è ancora presente nell’uomo la coscienza cosmologica della scolastica. La teoria della sostanza nacque per tener fermo a quel bisogno, sebbene la sostanza come apriori fisico non fosse più presente. Per dirla in modo sintetico: le filosofie della sostanza finiscono per eliminare le fratture del cosmo. Descartes, nel quale la fragilità del cosmo spicca molto chiaramente, le domina con un colpo di mano; Spinoza con lo scherzo logico della sostanza unica; Leibniz tenta di pensare l’unità in senso dinamico come il rapporto delle monadi attive e spontanee. Per noi oggi questa problematica non può più essere presa nella sua immediatezza.

Chi si avvicina ingenuamente allo studio della filosofia ha almeno una volta una sensazione che spinge a chiedersi: «mio Dio, come mai i filosofi giungono a tutto questo?» Trarrete molto profitto dal concedervi una tale esperienza di estraneità e dal dare conto del perché essa abbia luogo. Sapendo a qual genere di impulso ci si trova di fronte si riconoscerà che significato esso può ancora avere per noi. ÈÈ ciò che intendo quando dico che si può raggiungere una prossimità alla filosofia che ci sta dinanzi soltanto per il tramite di un distanziamento da essa. In qualche modo l’esperienza dell’estraneità vale anche per la filosofia moderna. Il «Take it for granted» e il «Forget about it» rappresentano la questione più seria in filosofia. Come giunge in generale un uomo a concepire improvvisamente dei pensieri sul concetto di essere? A tali idee si arriva quando non si viene più a capo del mondo familiare; saperlo è necessario per farsi interni alla dimensione della filosofia. Appropriarsi di quelle idee come di un bene culturale contraddice la loro essenza: con un siffatto modo di acquisirle non si avranno mai in proprio possesso.



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